domenica 15 dicembre 2013

"E’ difficile da comprendere,per chi non e' COME NOI...."



E' assurdo essere consapevoli di tanto pericolo e salire in sella ogni giorno sfidando la Nera Signora incuranti dei suoi sguardi… sperando che la sua pazienza non sia ancora finita e che ci lasci giocare ancora un pò con i nostri draghi di fuoco e metallo…

Assurdo, si lo è, ma vi è un errore di fondo.

Qui nessuno sfida quel nero mantello, nessuno balla sulla lama di quell’ impietosa falce, anzi, la nostra consapevolezza ci porta solo ad essere preparati e consapevoli più di altri che questa vita, prima o poi, finirà, tutti ci auguriamo che sia in vecchiaia mentre guardiamo i nostri nipotini crescere e sbucciarsi le ginocchia con le minimoto, ma non è detto, non è scritto.

Penso a noi mentre ci vestiamo per andare a lavorare, al bar, a prendere un gelato al lago o semplicemente a comprare il giornale dietro casa, penso a noi mentre indossiamo gusci semi-rigidi in plastica e leghe varie sulla schiena, mentre indossiamo giacche tecniche con protezioni omologate CE e testate dai piloti, mentre ci facciamo scivolare addosso quella pesante pelle o multistrato in Cordura che ormai odora di traffico e smog, mentre ci caliamo sul capo caschi in fibre varie testati per resistere ad impatti inimmaginabili e calziamo guanti che anni fa non avrebbero sfigurato in un torneo medievale. Eppur nemmeno così bardati ci sentiamo al sicuro, nemmeno così vestiti ci sentiamo invincibili.

Poi penso al classico automobilista che esce di casa, sale in macchina e, senza nemmeno degnarsi di guardare la cintura di sicurezza, s’immette in quella bolgia infernale che non sfigurerebbe paragonato ad un girone dantesco che è il traffico d’oggi confidando nella lamiera che lo circonda, quasi fosse uno scudo impenetrabile, senza pensare nemmeno lontanamente che basta un impatto a 40km/h e la sua stupida e orgogliosa testolina passerebbe attraverso il parabrezza seguita dal resto del corpo, direttamente in braccio a quella sinuosa figura nera ed incappucciata.

Ora chi è DAVVERO l’incoscente allora?

Quando è l’ora è l’ora, c’è poco da fare lì, lo vediamo intorno a noi, a volte vicino, a volte lontano, ma è così. Ma chi tra i due sfida davvero lo scintillio di quella falce?

Si dice che ogni volta che saliamo in sella ad i nostri destrieri insieme a noi salgano pure angeli e diavoli, è vero.

Rappresentano quel dualismo che rende questo modo di vivere così denso di emozioni che a volte il cuore pare voler saltar via dal petto e mettersi a correre, ad urlare, diavoli che girano quel polso in maniera a volte così irrazionale e violenta che lo schizzo di adrenalina ti arriva diritto al cervello senza passare dal via lasciandoti i tremori per lunghissimi interminabili minuti, che ti spingono a piegare quel tanto che basta da far diventare bianche le mani e diventare tutt' uno con la nostra passione, la nostra vita, tanto da pensare di averlo sfiorato quel limite, di aver scosso quel mantello con il nostro passaggio radente. E angeli che portano il volto e la voce di chi non è più con noi, dei nostri affetti, delle nostre paure ed esperienze costruite sulle nostra ossa rotte, angeli che ti accarezzano quel polso che torna a colorarsi e lascia andare la manetta quel tanto che basta per godere senza infastidire quel mantello che fino ad un secondo fa avremmo strappato urlando per lo spostamento d’aria per vedere s’è veramente così bella e sinuosa questa mitologia creatura perennemente celata dall’ombra della paura.

Pazzi? A volte forse, ma gli anni, i chilometri e quelle risate che non sentiremo più ci fanno crescere più di qualsiasi schiaffo o cinghiata presa in gioventù: eppure "gli altri" non ci capiscono. 
Esser Motociclisti è pericoloso, si muore, ma chi ve lo fa fare?

Poi ci trovate durante i week-end in qualche strada di campagna sperduta tra i monti, seduti su un muretto con la sigaretta che si consuma lenta all’angolo delle labbra, con lo sguardo perso all’orizzonte e una mano che inconsciamente segue le sinuose linee del serbatoio o dell’affilato cupolino, colorati come farfalle, bardati come antichi cavalieri, da soli o in sfavillanti sfilate di scintille e riflessi, con il saluto sempre pronto anche se chi incroci non l’hai mai visto e mai più lo rivedrai.

Poi ci vedete seduti intorno ad un tavolo di trattoria o stesi su un prato vicino ad un lago, con le nostre belle in vista, rigorosamente in vista, che facciamo baldoria e ridiamo e mangiamo e beviamo tra noi come se fossimo nati tutti lo stresso giorno, dallo stesso grembo, tutti delle medesima classe sociale, estrazione e famiglia. Ma come potreste credere che magari ci si è semplicemente trovati sulla stessa strada senza essersi mai visti o parlati prima? Ci crederebbero? Mai

…ma in moto si muore… 
E' vero… capita… ma quanta Vita è capace di regalarci questa passione?

Il papà di uno di noi che ora non c’è più, il papà di un Angelo con il #24 sul cupolino e nel cuore ci ha definiti così:

"…Mi aveva tanto
parlato di voi, ma a dire il vero non lo avevo mai ascoltato più di
tanto, ma essendo un gran "capoccione" me li ha voluti far conoscere
uno ad uno,questi ragazzi e ragazze meravigliose da abbracciare e
baciare come figli propri,immersi in quelle loro tute di pelle, con i
loro tatuaggi, con i loro caschi da i colori sgargianti, tutti veri
DURI! Gente che su strada non abbassa mai lo sguardo,ma provate ad
alzare loro quelle visiere scure da marziani e troverete occhi
splendidi, puliti, gonfi di quelle lacrime vere in cui puoi annegare ed
arrivare fino in fondo alla loro anima per vedere com’è candida,occhi
che solo la gioventù più sana può avere. Provate poi a togliergli
quelle tute e troverete al loro interno dei bambinoni innamorati della
vita,delle scorribande,dei week end a bistecche e salsicce, ma ancora
tanto bisognosi di un padre o di una madre che li prenda per mano
quando la sorte inizia a giocare così duro.…"


…si, è vero.. in moto si muore, capita, può capitare ad ognuno di noi, ci si fa male, tanto male, ma quanta vita si trasforma in ricordi bellissimi, in attimi eterni, in risate così fragore da far tornare il sole anche in una fredda e piovosa giornata di novembre?

Parlate con ognuno di noi, fatevi raccontare un giro, un aneddoto, una curva, e perdetevi in quello sguardo che comincia a scintillare come quello di un bimbo che scopre la vita per la prima volta, nelle risate, nel sorriso che, spontaneo, stira gli angoli del viso e distende la fronte…

Parlate con ognuno di noi, e chiedetegli cosa sarebbe di lui se un giorno dovesse rinunciare a questa passione, e preparatevi a sentire l’urlo del silenzio, e a vedere quello sguardo di bimbo diventare lo sguardo di un marinaio costretto a vivere a terra con il mare in vista, di un pilota che guarda il cielo ancorato a terra.

Già.. in moto si muore… ma ora credete di poterci capire? Io non credo, non ancora…

Chiedete allora di portarvi ad un raduno, ad una scampagnata, bagnatevi di pioggia scrosciante che vi penetra fino alla biancheria intima, che vi entra nelle ossa, lasciate che il freddo vi punga fino a farvi lacrimare, lasciate che il sole tenti di liquefarvi mentre indossate l' immancabile giacca tecnica… o semplicemente provate a chiedergli di fermarsi così, senza nessun motivo apparente x strada accostandosi al ciglio per stupirvi di quanti (automobilisti) non vi degneranno di uno sguardo e quanti (motociclisti) si fermeranno per offrirvi aiuto, compagnia, un semplice passaggio al più vicino distributore anche se esso si trovi a svariati km o un posto nel proprio box per la moto e un pasto caldo per voi mentre aspettate i soccorsi.

Fatelo e allora, solo allora arriverete a sfiorare l’essenza di essere Motociclista…

In moto si muore, è vero… ma non esiste modo migliore per vivere il tempo che ci è concesso, e se ancora non lo avete capito beh.. lasciate perdere, non lo capirete mai, ma se un domani mentre andrete a mare con la vostra famiglia automobilisticamente corretta dovesse sopraggiungere uno di Noi e vedreste vostro figlio girarsi di scatto e salutare sbracciando come un pazzo rinunciate a capire anche lui, lui che nella sua incoscienza vede in Noi quella scintilla che voi non siete stati capaci di scorgere, e se vedere il Motociclista ricambiare il saluto… beh… non c’è nulla di strano sapete? Tra Angeli in terra ci si saluta sempre, ma questo, chi ha perso le ali, non lo ricorda…

Motociclisti… strana, meravigliosa gente…



venerdì 29 novembre 2013

BABBO NATALE IN FORMA/BABBO NATALE IN MOTO

BABBO NATALE IN FORMA
1 Dicembre 2013
Quarta edizione di una iniziativa benefica a favore dei bimbi ricoverati all'ospedale Regina Margherita di Torino.
 (clicca QUI per le info ) 
Nell'ambito di questa iniziativa si inserisce il "BABBO NATALE IN MOTO" .
clicca QUI per info )



L'anno scorso al motoevento hanno partecipato 1200 moto di ogni tipo e marca, quest'anno si parla di una partecipazione confermata di oltre 1500 moto. Inoltre al corteo di moto si aggiungeranno un club di amanti della cara vecchia Fiat 500 "IJ AMIS D'LA 500", inoltre Quad e Vespe.


Qua i video delle precedenti edizioni:
2012


2011


2010



Come ogni anno il punto di incontro e di partenza sarà l'INDUSTRIAL VILLAGE di Strada Settimo 223, Torino,
dalle 8.30, la partenza è fissata per 10,30, cominceranno a sfilare le moto, poi i Quad, le 500 e le auto storiche. Si farà una sosta in Corso Massimo D'Azeglio, angolo Corso Rosselli in modo da ricompattare il gruppo, e verso le 11,00 / 11,10 si riparte in direzione dell'Ospedale. Una volta arrivati alla rotonda di Corso Spezia si prosegue dritti per Corso Unità d'Italia e una volta in prossimità dell'ospedale si procede a passo rallentato per poter sfilare sotto l'ospedale e salutare i bimbi che saranno affacciati.

Venite con noi, ed aiutate i bimbi del Regina Margherita, basta poco, e vi rimane anche il vestito per Natale. Seguite i link che ho postato.

Buona strada a tutti voi  


mercoledì 20 novembre 2013

EICMA 2013, riflessioni

Quella di questo 2013 è stata la mia prima esperienza all'EICMA, non so il perché, ma gli altri anni questo evento era passato in sordina. Comunque il 9  ci sono andato. Avevo due obbiettivi, il primo era incontrare Gionata Nencini e parlare con lui del suo viaggio in giro per il mondo, il secondo era incontrarsi con altri felici possessori della NC700X, tutti facenti parte del gruppo di facebook, allo stand dell'Honda, vicino al modello nuovo...inutile dirvi che non sono riuscito in nessuno dei due obbiettivi...
Gionata era in giro per gli standi, a programmare un viaggio in Patagonia, e a cercare nuovi sponsor, i ragazzi del gruppo non li ho beccati a causa degli orari. E vabbè, sarà per la prossima volta.
Quello che ho notato, in particolare, è statala massiccia presenza di stand cinesi e indiani, da loro il mercato delle due ruote è in forte espansione e quindi cercano di farsi spazio in europa, sia proponendo pezzi di ricambio a basso costo, sia con marchi che producono veicoli dal design moderno, ma  ispirato a quello delle case europee.
Tutto sommato è stata una bella giornata, ho fato tante foto, che potete ritrovare nella photogallery, mi sono "perso" tra le Harley, ho potuto vedere le novità del salone e ho acceso ancora di più il mio sogno di viaggiare con le due ruote.
Di sicuro non sono andato per le "fighe da esposizione"

LAMPS


mercoledì 28 agosto 2013

LA VERA ANIMA DI UNA MOTO



Nel 1938 un povero studente giapponese investì tutti i suoi pochi risparmi in un piccolo laboratorio dove cominciò ad elaborare un sua idea di anello elastico da applicare ai pistoni delle automobili. Lo studente voleva vendere la sua opera alla Toyota, perciò lavorava giorno e notte, addirittura dormendo in officina, sempre convinto di raggiungere il suo scopo. Ma quando finalmente, riuscì a fabbricare i suoi anelli elastici, la Toyota rifiutò di acquistarli. Lui non cedette, ma al contrario, passò i successivi due anni cercando di migliorare il suo prodotto e alla fine, dopo altri due anni, raffinò il suo progetto, ed allora la Toyota gli offrì il contratto che aveva sempre sognato. Il giovane poteva così costruire la sua fabbrica, ma per farlo aveva bisogno del calcestruzzo, ed il calcestruzzo non era disponibile perchè il governo giapponese stava preparandosi alla seconda guerra mondiale e tutto il calcestruzzo veniva usato per la guerra. Ancora una volta sembrava che il suo sogno dovesse svanire. Ma … la parola rinuncia non faceva parte del suo vocabolario. Egli riuscì a mettere insieme un gruppo d’amici e per settimane lavorarono cercando diverse soluzioni, finché trovarono un nuovo modo per produrre il calcestruzzo. Egli riuscì così a costruire la sua fabbrica e finalmente fu in grado di produrre i suoi speciali anelli elastici per i pistoni. Purtroppo, durante la guerra, l'aviazione degli Stati Uniti bombardò la sua fabbrica distruggendola quasi completamente. Forse il giovane studente si sentì sconfitto o impotente? Forse rinunciò al suo sogno? Niente affatto! Continuò nel suo progetto, ricostruendolo di nuovo. Un giorno, verso la fine della guerra, un violento terremoto rase al suolo la sua fabbrica ed egli fu costretto a vendere il brevetto delle speciali fasce elastiche alla Toyota. Finita la guerra in Giappone non si trovava più una goccia di benzina per auto ed anche lo studente non poteva più usare la sua automobile, spinto dalla necessità tolse il motore alla sua falciatrice e lo applicò alla sua vecchia bicicletta. In quel preciso istante aveva creato la prima bicicletta motorizzata della storia. Subito i vicini gli chiesero di portare la stessa modifica anche alle loro biciclette ed in poco tempo egli ne modificò tantissime. Ebbe così inizio la storia di un grande successo industriale. Oggi la Honda Corporation è un vero e proprio impero, che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone, sia in Giappone che nel mondo. Tutto questo non sarebbe accaduto se il suo fondatore, Saichiro Honda, non avesse preso la decisione di portare avanti il suo sogno ad ogni costo.

Quante persone invece rinunciano ad un loro sogno, anche se sono vicine al raggiungimento dell'obiettivo? Spesso non realizziamo i nostri sogni perchè non abbiamo la consapevolezza di poter raggiungere quello che desideriamo. Il segreto per mantenere alta la propria determinazione, sta nel credere sempre di poter raggiungere i propri obiettivi, senza porsi limiti di tempo. Per avere successo, bisogna puntare su obiettivi di lunga scadenza perchè spesso accade che quello che a breve termine sembra impossibile diventa possibile su lunga scadenza. È un errore pensare di dover realizzare una qualsiasi impresa nell'immediato.



"L' inverno non dura per sempre, anche se oggi si presentano molti ostacoli da superare, non si deve mai perdere la convinzione che dopo l'inverno arriva la primavera. Il fallimento arriva solo per coloro che vogliono realizzare i propri sogni troppo presto. Il successo rappresenta un 1 % del lavoro ma nasce da quel 99 % che viene chiamato fallimento. "

Saichiro Honda





venerdì 9 agosto 2013

A VOLTE CI VUOLE


Ci sono mattine che ti svegli scazzato, scocciato e forse anche un po incazzato....senza forse.
Questa mattina per me è stato così. Ero irrequieto, non so il perché, o forse non c'è un perché, è così e basta. Ho portato la macchina a lavare, ho sbrigato le mie faccende, ma sempre con questo senso di rabbia addosso, e poi sono andato in garage a portare della roba. Nancy era lì, sola soletta, e sembrava chiamarmi. La decisione è stata immediata, infilo il giubbotto, infilo il casco, infilo i guanti, giro la chiave e si parte!
Destinazione? La deciderò appena fuori Volvera. Il tempo è poco, in fin dei conti sono già le 12.30, ma un bel giro riesco a farmelo lo stesso...e decido : COL DEL LYS. Dopo 40 km, dei quali 15 di sole curve e tornanti, e un'ora di viaggio sono in cima, sigaretta e riposino, qualche foto e si riparte, ma non ho voglia di rifare la strada della salita, allora decido di scendere passando per Viù, toccando Venaria e da lì passando per Torino, torno a casa. Totale 3 ore e 120 Km.
Sono arrivato in garage molto più rilassato e senza aver addosso la carogna. Ogni tanto un giro in moto serve!

giovedì 8 agosto 2013

Vacanze in moto 2013: i suggerimenti prepartenza

http://www.omnimoto.it/magazine/12127/vacanze-in-moto-2013-i-suggerimenti-prepartenza






Finalmente ci siamo, luglio è finito e con agosto, arrivano le vacanze! Ma siete sicuri che la vostra moto sia in ordine? Voi dovreste essere ok, con l’abbigliamento estivo adeguato, ma prima di partire non scordiamoci di effettuare un rapido check-up, perchè basta poco per rovinarsi la vacanza, peggio se si è all'estero. Vi forniamo dunque qualche suggerimento, senza dimenticare che è sempre consultabile ”La videoguida alla Manutenzione Moto di OmniMoto.it.



OSSERVATE LA MOTO
La cosa più semplice da fare e che tutti possono effettuare, è un semplice controllo visivo del veicolo, nessuno meglio di voi può conoscere la vostra moto. Anche nel lavarla a mano, asciugandola e lucidandola, potrete notare se qualche vite o bullone si sta svitando. Andate alla ricerca di qualsiasi cosa possa essere sospetta: un trafilaggio d'olio, un piccola crepa e se doveste trovare la bulloneria “lenta”, ricordatevi di non esagerare nella “stretta”, o rischierete di “spanare” le sedi. Meglio utilizzare una chiave dinamometrica se ne siete in possesso.


PNEUMATICI
E’ importante, prima di partire, controllare lo stato e l'usura dei pneumatici. Quanto all’usura del battistrada, la legge parla chiaro: questo non deve essere inferiore a 1,6 mm, o non garantisce il corretto grip con l’asfalto, soprattutto in condizioni di bagnato. Per misurarlo basta un calibro di profondità (profondimetro). In ogni caso le gomme sono provviste di un indicatore di usura: quando lo strato di gomma arriva allo stesso livello dell’indicatore, il pneumatico va cambiato. Ricordate che se poi la moto è a pieno carico, soprattutto la gomma posteriore è soggetta ad un’usura superiore. E’ poi altrettanto importante che le coperture non presentino crepe, spaccature, bolle per cedimento della carcassa o altri “fenomeni anormali”. Se le gomme sono crepate o spaccate, non è garantita la giusta aderenza. Inutile dirvi che va controllata lapressione, che deve essere quella prescritta dal costruttore e non abbiate paura di recarvi dal vostro gommista di fiducia per avere il parere di un professionista.


IMPIANTO FRENANTE
Altro particolare da controllare, sono i freni. Partendo per un viaggio, la moto sarà più carica del solito: caricherete dei bagagli e i più fortunati (dipende dai punti di vista...) avranno a bordo anche un passeggero. Il peso sarà per forza di cose superiore ed i freni saranno sottoposti ad un maggiore stress (riscaldamento superiore N.d.R.). Basta verificare l'usura delle pasticche e dei dischi freno. Le prime hanno un indicatore di usura, rappresentato da un piccolo canale ricavato all'interno del materiale che va a contatto con il disco. Se questo è giunto allo stesso livello del limite, sostituitele. I dischi, invece, se presentano vistose scalanature, o sono inferiori al limite indicato sul libretto di uso e manutenzione del vostro mezzo, vanno cambiati.


BATTERIA
Un controllo da effettuare, è lo stato della batteria, cosa che non interessa (o quasi...) coloro che hanno anche l'avviamento a pedivella. Trovarsi all'estero o su un passo di montagna con la moto che non si avvia non è certo il massimo. Ecco perchè è meglio spendere cinque minuti di più e verificare che la batteria sia carica. Con un voltometro si può controllare lo stato dell’accumulatore e se lo strumento indica volumi inferiori a 12.45V, è meglio cambiarla. Se invece il voltometro indica valori compresi tra i 12.45V ed i 12.65V, è sufficiente una semplice ricarica.


LIVELLI VARI
Per livelli, intendiamo tutti i liquidi della moto. A motore rigorosamente freddo, iniziate a controllare il livello del liquido di raffreddamento e se questo nella vaschetta è prossimo a quello del minimo, rabboccatelo. Stessa cosa vale per il livello dell'olio motore, che però va controllato a propulsore caldo (attenti a non scottarvi). A questi due, aggiungete tra i controlli il livello delliquido dei freni, anche se se il livello è scarso, è comunque indice di un urgente cambio pasticche.


CATENA DI TRASMISSIONE
Siamo quasi giunti alla fine dei controlli. Chi manca, se non la catena della trasmissione finale! Questa va spennellata prima con del petrolio bianco, che dissolve e fa scivolare via tutto lo sporco, va poi asciugata (la catena) con della carta assorbente e ingrassata con del grasso specifico che potete recuperare presso qualsiasi autoricambi. Questo va spruzzato nell’interno e su tutti gli o-ring. Sempre con della carta assorbente, è consigliabile una passata per eliminare il grasso in eccesso, in modo da schizzare il meno possibile. Lo stesso vale per i leveraggi della sospensione e per i fulcri di pedane, leva freno posteriore e leve al manubrio (freno e frizione). Ora siete pronti per viaggiare!


Autore: Fabio Caliendo

mercoledì 31 luglio 2013

MOTORADUNO TINGAVERT



Il 27 e 28 luglio si è svolto il TINGADVENT, quarta edizione del motoraduno Tingavert al villaggio KINKA a Pragelato. Per chi voleva anticipare, la pre-apertura è stata il 26 alle 18.00.
Il mio primo vero motoraduno. Come è stato? INCREDIBILE. Non ho prenotato il posto in albergo e nemmeno la tenda, in fin dei conti abito a soli 64 km da Pragelato.

26 luglio
Alle 16.00 comincio a prepararmi, tiro fuori gli stivaletti da moto, tiro fuori il giubbotto, controllo la moto e alle 16.20 sono pronto a partire, faccio un giro sul forum e saluto i partecipanti con un "sto arrivando".
Esco dal garage e mi avvio, la strada è libera e anche con il giubbotto addosso non sento poi così caldo, scelgo di fare un pezzo di tangenziale da Volvera a Pinerolo, e poi salgo per la SS23. E' una strada che in realtà non avevo ancora fatto in moto, preferendo il canavese, visto che i miei due migliori amici bikers abitano da quelle parti. Dopo un' ora di strada arrivo al Kinka e subito vengo accolto dallo staff del Tinga. Sul prato del campo da calcio c'erano già una ventina di moto, ho respirato subito aria di fratellanza biker.
Ho conosciuto buona parte dello staff e dopo aver cazzeggiato per una buona oretta, e col rammarico di non poter partecipare alla grigliatona di benvenuto, alle 19.00 sono andato via, con la voglia che fossero già le 8.00 della mattina successiva.


27 luglio
Volevo partire alle 8.00, ma alla fine, tra una cavolata e l'altra sono partito alle 9.00, insieme alla mia zavorrina. La strada cominciava ad essere già più familiare, e dopo esserci fermati a fare il pieno siamo arrivati al Kinka intorno alle 10.15. Subito iscrizione e acquisto di una maglietta e una bandana del club, ritiro dei biglietti della lotteria (inutili perché come al solito non ho vinto una beata minchia) e vari gadget. L'aria che si respira è fantastica, tanti motociclisti, tante zavorrine, tutti uniti dalla passione delle due ruote. Dopo vari giri tra gli stand, due chiacchiere con altri motociclisti, due risate al desk di accoglienza, si è fatta l'ora del pranzo. Finito di pranzare si va al prato a vedere la partenza del giro veloce e a prepararsi per la partenza del giro turistico, al quale partecipavamo anche noi. Il giro ci ha portato da Pragelato a Puy-Saint-Pierre, in Francia, e oltre alla bellezza del percorso, mi ha stupito l'organizzazione del giro, un serpentone di oltre 40 moto tutte al passo in modo perfettamente ordinato, senza nessuno sborone che si mettesse a far minchiate! Ad ogni incrocio o rotonda c'era una staffeta del Tinga che regolava il traffico permettendoci di proseguire senza doverci fermare ogni volta, il capogruppo e la motoscopa sono stati grandi! Gli automobilisti francesi, inoltre, si sono dimostrati gentilissimi accostandosi per lasciar scorrere il serpentone, fermandosi addirittura agli incroci finchè non eravamo passati tutti ( lasciamo perdere la cafonaggine degli automobilisti italiani, per poco una Nissan non mi metteva sotto ad una rotonda, fottendosene della staffetta con tanto di paletta). Al ritorno, a Sestriere, abbiamo aspettato il gruppo del giro veloce, il serpentone a quel punto era di 110 moto!!! Senza fermarmi al villaggio ho proseguito verso Casalgrasso e poi a casa. Giornata stupenda!

28 luglio, chiusura del raduno
Nonostante i bagordi del sabato sera, il 28 mi sveglio di buon ora, anche perché il giro del gruppo sarebbe partito alle 10.00. Stavolta come zavorrina, al posto di mia moglie, porto mia figlia Ilaria, che sia la volta buona che si intrippa per le due ruote?
Partenza alle 8.15, arrivo alle 9.30. Rispetto ai due giorni prima, la strada per il Sestriere è parecchio trafficata. Si sa, il Torinese che non va al mare sceglie le montagne per le passeggiate domenicali! Comunque, dopo aver fatto colazione scambio due chiacchiere con lo staff del Tinga, chiedo come è andata la serata, controllo i numeri estratti della lotteria (nemmeno il premio di consolazione....tzè) e mi preparo per il giro al Colle delle Finestre. Anche durante questo giro mi compiaccio per l'organizzazione, soprattutto perché la strada per il colle è da SUICIDIO, una sola corsia a doppio senso di marcia, ci passano a malapena una moto e un'auto affiancate (ma ci siamo ritrovati davanti camper, furgoni, fuoristrada, di tutto). Le curve sono parecchio strette e con pochissima visibilità, ma farle in moto è una gran figata!!!! Davanti a me arrancava un enduro 125 con pilota e zavorrina, ma ce l'ha fatta, è salito fino in cima anche se all'arrivo sembrava una teiera!!!! Si arriva in cima, 2176 metri s.l.m., un freddo cane e la nebbia, ma quante risate! Foto di rito e si torna giù, con la raccomandazione di stare distanziati visto la strada . Arrivo al Kinka intorno alle 11.45, pranzo, sexywashing (guardatevi il video, è divertentissimo), giochi e ripartenza alle 15.00, visto che si prospettava un traffico anormale dopo le 15.30.

Conclusioni
Un week-end stupendo, e vorrei veramente ringraziare tutti, tutti i membri del Tinga, tutti i fratelli bikers, il fotografo e tutti gli altri. Spero che quest'anno passi in fretta e ci si riveda quanto prima al KINKA.
LAMPS!!!

P.S. qua sul blog trovate foto e video dell'evento


mercoledì 24 luglio 2013

GUARDIAN BELLS (ovvero le campanelline dei bikers)



Qualcuno di voi conosce questo piccolo gioiello?




Molti probabilmente no, anche perché è qualcosa che rientra nel codice dei bikers, e anche molti bikers ne ignorano l'esistenza o se sanno cos'è, probabilmente ne ignorano il significato. Posso dirvi che è un grande segno di amicizia. Legate a questa campanella ci sono varie leggende, vi voglio raccontare le tre più conosciute:

La leggenda della campana Guardian

Molti anni fa, in una fredda notte di dicembre, un vecchio burbero motociclista era di ritorno da un viaggio in Messico con le bisacce della sua moto piene di giocattoli e altri gingilli assortiti per i bambini di un orfanotrofio vicino a dove lui lavorava.

Mentre cavalcava nella notte, pensava alla fortuna che aveva avuto nella vita, quella di avere una donna amorevole che capiva il suo bisogno di andare per le strade e pensava alla sua moto, che non lo aveva mai deluso una volta in tanti anni di strada insieme.

Ebbene, a circa 40 miglia a nord del confine, nel deserto, si nascondeva un piccolo gruppo di famosi critters, meglio conosciuti come Gremlins o spiritelli maligni di strada. Sai, quelli che lasciano sempre degli ostacoli sulle strade, che so, una scarpa, tavole di legno, pezzi di vecchi copertoni , o quelli che scavano le buche tanto temute per i bikers e che spesso sono causa di incidente, o quelli che ti fanno capitare di tutto sulla tua moto, anche i guasti più impensati. Loro vivono per questo e quando riescono a realizzare i loro progetti gioiscono per le loro malefatte.

Bene, al nostro biker, lupo solitario, subito dopo una curva, in quella notte di luna, i folletti tesero un agguato, facendolo cadere sull'asfalto e scivolare per parecchi metri, si fermò dolorante vicino alla sua moto, nell'impatto con l'asfalto si erano rotte le bisacce e tutti i giocattoli erano sparsi sulla strada. Mentre giaceva lì, incapace di muoversi, i folletti di strada si avvicinavano minacciosi verso di lui per averne la meglio definitivamente. Ebbene, questo biker, non essendo uno che si arrendeva facilmente, iniziò a lanciare le cose uscite dalle bisacce contro i folletti, ma questi, per nulla spaventati, continuavano ad avvicinarsi, vedendo che tutto era inutile, si ritrovò in mano una campana uscita dalle bisacce, iniziò a suonarla con la speranza di spaventare il piccoli gremlins.

Circa a un mezzo miglio di distanza, accampati nel deserto, c'erano due bikers seduti attorno al fuoco che parlavano della bella giornata passata in giro con le loro moto, della sensazione di libertà che da il vento sulla faccia mentre cavalcavano attraverso il loro grande paese.Nel silenzio della notte sentirono questo suono incessante di campana, da prima pensarono ad una chiesa, ma poi ascoltando bene, capirono che era qualcos'altro. Incuriositi montarono in sella e trovarono il vecchio biker circondato dagli spiritelli ormai pronti a terminare l'opera. Inutile dire che, facendo parte della fratellanza biker, si lanciarono subito contro gli spiritelli e li misero in fuga, salvando così il nostro lupo solitario.

Il vecchio non sapendo come sdebitarsi, offrì loro del danaro, ma come tutti i veri bikers loro, rifiutarono categoricamente. Ebbene, il nostro protagonista però, come al solito, non si diede per vinto, tagliò due pezzi di pelle delle sua bisacce li legò ciascuno a una campanella e poi le posizionò sulle moto dei motociclisti, il più vicino possibile al suolo. Il vecchio guerriero di strada disse ai due bikers che con quelle campanelle messe sulle loro moto sarebbero sempre stati protetti dai folletti maligni di strada e che se per caso, si fossero trovati in difficoltà, suonandole un altro motociclista sarebbe corso in loro aiuto, come era accaduto a lui.

Così, ogni volta che vedete un motociclista con una campana sulla sua moto, sappiate che egli è stato benedetto con la cosa più importante nella vita, l'amicizia di un collega motociclista.


Lo Scopo della Bell Guardian

Molti di noi hanno sentito la storia di spiriti maligni di strada. Sono piccoli folletti che vivono per le strade e sulle nostre moto. Amano guidare, e sono anche responsabili della maggior parte dei problemi delle nostre moto. A volte le nostre frecce rifiutano di funzionare, la batteria si esaurisce, la frizione ha bisogno di taratura, o una qualsiasi delle centinaia di cose che possono andare male. Questi problemi sono causati dagli spiriti maligni di strada.

I folletti maligni di strada non possono vivere in presenza della campana, perché rimangono intrappolati nella cavità della stessa. Tra le altre cose, il loro udito è super sensibile, essendo per cui intrappolati nella campana, il suono della stessa li fa impazzire. Essi perdono la loro presa e cadono per la strada.

Se vi comperate da soli una campana Guardian, la magia funziona, ma se la campana vi viene regalata, il potere raddoppia e saprete sempre che da qualche parte c'è un amico che vi pensa pronto ad aiutarvi.

Dunque, se avete un amico che non possiede una campana, non datela vinta ai folletti maligni di strada. regalategliela e per lui sarà bellissimo sapere che qualcuno lo pensa. La campana, oltre a prevenire i guasti della vostra moto e gli incidenti di percorso, aiuterà ad eliminare spiriti maligni di strada.

Lucidatura della Bell Guardian

E' consuetudine per alcuni di noi legare una campana di bronzo nella parte anteriore sinistra del telaio della nostra moto, nel punto più basso vicino al suolo, qui è dove funziona meglio e si sporca di più. E' una piccola cosa, ma il motivo è nobile, ogni volta che la campana si sporcherà e noi la lucideremo, ricorderemo gli amici perduti che ora sono nel vento.

Quando sentiremo suonare la campana, sapremo che i nostri fratelli e le nostre sorelle sono in viaggio con noi, questo ci ricorderà come è facile sbagliare e perdere la vita.

E forse, soltanto forse, la prossima volta che saremo in pericolo, loro saranno lì per aiutarci ... e noi li ringrazieremo ogni volta che spendiamo un po del nostro tempo per lucidare la campanella.



Ovviamente in commercio ci sono molti tipi di campanella, con vari disegni, ma quella che vedete in foto è proprio quella che mi è stata regalata dal mio amico Andrea. Non conoscevo nemmeno io il significato della campanella, e all'inizio pensavo fosse un semplice portachiavi, ma la mia innata curiosità mi ha spinto a saperne di più...e a ringraziare veramente col cuore un amico, un fratello biker, per questo piccolo, ma importantissimo oggetto. Grazie CUGGI.

NEVER RIDE FASTER THAN YOUR ANGEL CAN FLY



Amo la moto, la amo da quando ne ho memoria, ho amato il mio motorino, un Cricket Testi, ho amato (e avuto, anche se per poco) la Cagiva Mito 125, ho amato e provato a comprare l'Aprilia Pegaso 125 (non ho amato la Vespa 50 HP perché non l'ho mai sentita mia, perché è stato un obbligo impostomi che ha sostituito il Pegaso), e soprattutto ho amato da subito la mitica Honda Dominator 650. Quando avevo 16 anni sono salito su quella di mio cugino e subito ho pensato che da grande sarebbe stata mia. Sono passati 19 anni e l'ho comprata. Amo girare in moto, con calma, senza correre o strafare, perché della moto amo il senso di libertà che sa dare, amo il potersi godere la strada con la testa fuori da un abitacolo. L'obbligo del casco mi ha levato la sensazione di aria tra i capelli, ma ha dato a tutti noi un pò di sicurezza in più, e per questo non patisco. Amo le uscite senza un perché, senza un motivo, ma solo per il gusto di salire in sella e andare. Non sono un corridore, non mi piace la velocità, non mi piace spingermi oltre il limite, sono io che devo portare la moto, non è lei che deve portare me. Mi piace fermarmi in riva ad un lago o in cima ad un colle.



Chi non ha una moto non può capire cosa voglio dire, non può capire quello che una moto può farti provare, non può capire tutto quello che gira intorno alle due ruote. Il saluto tra bikers, il suono dello scarico, e mille, mille altre cose. Bikers non si diventa, lo devi sentire dentro, ci nasci con la voglia delle due ruote e fai di tutto per salire in sella. E poi quella mancanza che senti quando ti è impossibile uscire, quel vuoto che senti quando, per qualche motivo, rimani qualche mese o qualche anno senza la tua moto.






Dedicato a tutti coloro che 
vivono la propria moto,
con il sole, con il vento
ed anche con la neve.
A chi l'ha sognata fin da bambino.
A chi insieme a lei sogna di trascorrere
i momenti più belli della propria vita.
A chi ama le sfiammate dallo scarico.
A chi guarda il consumo delle spalle
(sulle gomme).
A chi "ogni motociclista è come un fratello...
e va salutato".
E a tutti i bikers che ci guardano da lassù,
che ci proteggono...
e che ora piegano per le vie del Paradiso.
E se tu che stai leggendo sei un motociclista
ascolta bene queste parole:


-non strafare per dimostrare qualcosa,
moriresti da stupido,
non rinnegare quel brivido di paura che ti dice
"stai esagerando"
Ascolta la tua moto, rispettala e 
non preoccuparti di arrivare dopo.
Ogni volta che sali in sella alla tua moto, accarezzala,
e promettile che la riporterai a casa intatta.
Solo chi sa togliere il gas quando serve
è degno di rispetto.
Tutti sappiamo tenere aperto
OLTRE OGNI LIMITE,
oltre ogni ragionevole dubbio,
ma solo quando saprai chiudere il polso
sarai un vero motociclista.
Fallo per chi aspetta a casa,
e fallo per i BIKERS che non ci sono più.
Ogni volta che chiudi il polso 
non saranno morti invano.
E tu, per un attimo, li hai onorati
e ringraziati.-

Sperando che queste parole
vengano sempre ricordate da ciascuno di noi,
perché la pista è fatta per correre,
LA STRADA NO !

LAMPS LAMPS